Il progetto fotografico I muri del silenzio prosegue il suo cammino senza sosta alla volta di Somma Lombardo. Nato con l’intento di sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne, che sia essa, fisica, psicologica, economica o verbale, ha riscosso in questi mesi sempre più interesse da parte del pubblico ma soprattutto dei più giovani che, partecipando attivamente agli ultimi due incontri in occasione della presentazione della mostra, si sono dimostrati attenti e sensibili ai molti fenomeni di violenza, che purtroppo accadono sempre più spesso, tra cui anche il bullismo e il cyberbullismo.
Questa emergenza sociale, così diffusa e sommersa, impone grande attenzione per la complessità che la caratterizza e per la delicatezza dell’ambito di interesse, relativo alla vita e alla crescita dei ragazzi.
Per questo motivo è fondamentale attuare un processo educativo e comportamentale dedicato anche ai più giovani perché possano ,fin dai primi anni di scuola, comprendere la drammaticità e l’importanza del tema, sentendosi parte integrante di questo fenomeno di sensibilizzazione e di denuncia.
Tante sono le strategie per combattere la violenza ma una delle strade possibili è senza dubbio la solidarietà. C’è sempre qualcuno che vede ma fa finta di non vedere, di non sentire e che non parla per paura di essere coinvolto, per indifferenza, per omertà.
Con questa mostra ideata dalla fotografa Mjriam Bon e realizzata dall’atleta paralimpica, parlamentare e senatrice Giusy Versace si vuole invitare tutti e soprattutto i giovani a rompere i muri del silenzio, a non adeguarsi alle logiche del più forte, ad andare contro il compromesso per non aderire all’indifferenza che legittima i cattivi comportamenti e incentiva il perdurare di gesti sbagliati.
L’installazione è composta da una serie di ritratti fotografici in bianco e nero colti nell’atto di coprirsi gli occhi, le orecchie e la bocca, come le famose “sanzaru” le tre scimmie sagge della tradizione giapponese, una forma di protesta e denuncia verso chi fa finta di non vedere, non sentire e non parlare.